martedì, giugno 21, 2005

Irrigare l'olivo quando e perche'

IRRIGARE L'OLIVO DA OLIO QUANDO e PERCHE
L'irrigazione è una azione sempre più diffusa nell'olivicoltura da olio. Per ridurre i costi occorre individuare le fasi critiche di sviluppo dell'oliva, in modo da irrigare la pianta nei momenti giusti e nella quantità necessaria, senza sprechi e massimizzando i risultati
di Silvia Gentile
La produzione olivicola toscana è caratterizzata da un prodotto di elevata qualità ma anche da basse rese per ettaro. Per incrementare il loro reddito le aziende devono, quindi, puntare ad un aumento della produzione e ad una contemporanea riduzione dei costi.
Uno dei fattori che maggiormente incide sulla produttività dell’olivo è la disponibilità idrica nel terreno e, contrariamente a quanto si possa pensare, i benefici derivanti dall’approvvigionamento idrico risultano di grande interesse anche nelle regioni centrali e centro settentrionali del nostro paese.
Gli studi condotti fino ad oggi indicano un chiaro incremento della resa per ettaro derivante dall’irrigazione (circa del 30%), tuttavia non sono ancora chiarite le cause e gli effetti che questo intervento abbia sulla quantità e la qualità dell’olio. Lo studio della fisiologia del frutto risulta quindi particolarmente importante per conoscere ed usufruire pienamente dei benefici derivanti dall’apporto idrico.Dal punto di vista botanico l’oliva è una drupa, ed i tessuti che la compongono sono l’esocarpo (buccia), il mesocarpo (polpa) e l’endocarpo (nocciolo). Di questi, il mesocarpo rappresenta il più importante commercialmente, sia perché costituisce la parte commestibile nell’oliva da mensa, sia perché rappresenta la zona di accumulo dell’olio (il 95% dell’olio si trova all’interno di questo tessuto).
Quando il frutto completa il suo sviluppo, il mesocarpo rappresenta circa il 60% del peso fresco totale dell’oliva.
Gli effetti che l’irrigazione ha sullo sviluppo del frutto, sono stati studiati nel 2001 in un oliveto intensivo posto nel comune di Bibbona (LI) e costituito dalle due delle principali varietà toscane Frantoio e Leccino, allevate a “Monocaule a chioma libera”.Durante la prova sono state messe confrontate, all’interno di ciascuna cultivar, piante irrigate con piante non irrigate. La quantità di acqua somministrata alle piante irrigate è stata determinata attraverso il calcolo dell’evapotraspirazione effettiva (equazione di Penman-FAO Kc = 0,55), data dalla somma dell’acqua traspirata dalla pianta e da quella evaporata dal terreno. Lo stato idrico delle piante in prova è stato determinato periodicamente attraverso misure di potenziale idrico fogliare (ψw), che permettono di determinare la quantità di acqua presente nei tessuti della piante.
Durante la prova sono stati valutati gli effetti dall’irrigazione sui parametri di accrescimento del frutto (peso secco, peso fresco e volume), sui processi cellulari responsabili dell’accrescimento del mesocarpo (divisione ed espansione cellulare) e sull’accumulo di olio all’interno del mesocarpo. Tutti i dati sono stati poi sottoposti ad analisi statistica.I risultati della suddetta prova hanno accertato un effetto dell’irrigazione sia sulle dimensioni finale del frutto che sull’accumulo di olio.
I frutti appartenenti alle piante irrigate hanno mostrato, in entrambe le cultivar, un maggior peso fresco, peso secco, volume ed area, misurata nella porzione centrale del frutto (area trasversale equatoriale).
L’aumento dell’area trasversale equatoriale del mesocarpo è stato causato principalmente dall’accrescimento delle dimensioni medie cellulari, mentre in misura minore avrebbe agito l’incremento del numero di cellule. La presenza di cellule piu’ grandi nel mesocarpo potrebbe permettere l’accumulo di una maggiore quantità di olio, tuttavia durante la presente prova non sono state riscontrate differenze significative nel contenuto di olio fra frutti appartenenti alle due tesi (“irrigato” e “non irrigato”). A tale proposito bisogna tener presente che il contenuto di olio nel frutto deriva dall’inolizione, processo di accumulo di olio, che si verifica negli stadi terminali di sviluppo dell’oliva. Le abbondanti precipitazioni autunnali che hanno caratterizzato l’ultimo periodo di prova spiegherebbero l’elevato contenuto di olio riscontrato anche nei frutti appartenenti a piante non irrigate, e quindi l’assenza di differenze apprezzabili rispetto ai frutti delle piante irrigate.
In conclusione l’irrigazione ha determinato in entrambe le cultivar un aumento delle dimensioni medie dei frutti e del carico di frutti per albero, andando così a determinare un aumento della resa per ettaro. La disponibilità idrica e’ sembrata anche responsabile dell’aumento delle dimensioni medie delle cellule del mesocarpo, a cui non è seguito tuttavia un apprezzabile incremento di olio nei frutti.
I dati relativi alla suddetta prova, anche se preliminari, sembrano incoraggiare l’uso dell’irrigazione non solo per aumentare le rese per ettaro, ma anche per incrementare la quantità di olio contenuta nelle olive; prove recenti sembrano inoltre indicare un effetto positivo dell’apporto idrico sulla qualità dell’olio.
Avvalersi di pratiche come l’irrigazione per agire sulla qualità e la quantità delle produzione, dovrebbe rappresentare un importante obiettivo dell’olivicoltura italiana, sempre più insidiata dalla comparsa sul mercato di prodotti a basso costo di provenienza straniera.
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