lunedì, giugno 27, 2005

DUE GIORNI CON L’AGECONTROL

DUE GIORNI CON L’AGECONTROL

La campagna olivicola 2004/2005 sembra ormai lontana e, mentre le nuove olive crescono sugli alberi, i frantoiani sono ancora impegnati con “le carte” della precedente campagna.

Di Silvia Gentile


L’estate e’ormai arrivata e con essa le nuove olivette crescono sugli alberi. La campagna olivicola 2004/2005 sembra ormai lontana ma forse non lo e’ veramente. Mentre gli olivicoltori sono ancora indaffarati con la vendita, di un olio forse troppo abbondate, c’e’ chi ancora sfoglia modelli F e registri della campagna olivicola conclusasi ormai 6 mesi fa.

Sono infatti in corso i consueti controlli effettuati da AGECONTROL, i cui ispettori, partiti da Roma, raggiungono i frantoiani forse un po’ turbati anche dalle incertezze relativi alla nuova OCM.

La scorsa settimana anche il mio frantoio e’ stato raggiunto dall’ispezione;
fra i documenti controllati non e’ mancato proprio niente: registi, licenze, autorizzazioni, fatture e documenti di trasporto. Complessivamente sono stati necessari due giorni per effettuare le verifiche che fortunatamente si sono concluse senza problemi.

In realtà in questo caso la fortuna non e’ di grande aiuto, mentre la serietà e la professionalità degli addetti ai lavori torna ad essere indispensabile. Risulta inoltre necessario l’appoggio di associazioni competenti, capaci di tutelare ed assistere i frantoiani non solo durante la breve campagna di molitura, ma anche nel oneroso compito burocratico ad essi assegnato.
Mentre tutti ci interroghiamo su cosa succederà nella prossima campagna e quali nuovi compiti incomberanno sui frantoi, ci auguriamo che gli oneri burocratici non ricadano quasi esclusivamente sui frantoiani ma che vengano ridistribuiti in modo più equo e bilanciato fra i diversi soggetti della filiera.


Silvia Gentile

martedì, giugno 21, 2005

Irrigare l'olivo quando e perche'

IRRIGARE L'OLIVO DA OLIO QUANDO e PERCHE
L'irrigazione è una azione sempre più diffusa nell'olivicoltura da olio. Per ridurre i costi occorre individuare le fasi critiche di sviluppo dell'oliva, in modo da irrigare la pianta nei momenti giusti e nella quantità necessaria, senza sprechi e massimizzando i risultati
di Silvia Gentile
La produzione olivicola toscana è caratterizzata da un prodotto di elevata qualità ma anche da basse rese per ettaro. Per incrementare il loro reddito le aziende devono, quindi, puntare ad un aumento della produzione e ad una contemporanea riduzione dei costi.
Uno dei fattori che maggiormente incide sulla produttività dell’olivo è la disponibilità idrica nel terreno e, contrariamente a quanto si possa pensare, i benefici derivanti dall’approvvigionamento idrico risultano di grande interesse anche nelle regioni centrali e centro settentrionali del nostro paese.
Gli studi condotti fino ad oggi indicano un chiaro incremento della resa per ettaro derivante dall’irrigazione (circa del 30%), tuttavia non sono ancora chiarite le cause e gli effetti che questo intervento abbia sulla quantità e la qualità dell’olio. Lo studio della fisiologia del frutto risulta quindi particolarmente importante per conoscere ed usufruire pienamente dei benefici derivanti dall’apporto idrico.Dal punto di vista botanico l’oliva è una drupa, ed i tessuti che la compongono sono l’esocarpo (buccia), il mesocarpo (polpa) e l’endocarpo (nocciolo). Di questi, il mesocarpo rappresenta il più importante commercialmente, sia perché costituisce la parte commestibile nell’oliva da mensa, sia perché rappresenta la zona di accumulo dell’olio (il 95% dell’olio si trova all’interno di questo tessuto).
Quando il frutto completa il suo sviluppo, il mesocarpo rappresenta circa il 60% del peso fresco totale dell’oliva.
Gli effetti che l’irrigazione ha sullo sviluppo del frutto, sono stati studiati nel 2001 in un oliveto intensivo posto nel comune di Bibbona (LI) e costituito dalle due delle principali varietà toscane Frantoio e Leccino, allevate a “Monocaule a chioma libera”.Durante la prova sono state messe confrontate, all’interno di ciascuna cultivar, piante irrigate con piante non irrigate. La quantità di acqua somministrata alle piante irrigate è stata determinata attraverso il calcolo dell’evapotraspirazione effettiva (equazione di Penman-FAO Kc = 0,55), data dalla somma dell’acqua traspirata dalla pianta e da quella evaporata dal terreno. Lo stato idrico delle piante in prova è stato determinato periodicamente attraverso misure di potenziale idrico fogliare (ψw), che permettono di determinare la quantità di acqua presente nei tessuti della piante.
Durante la prova sono stati valutati gli effetti dall’irrigazione sui parametri di accrescimento del frutto (peso secco, peso fresco e volume), sui processi cellulari responsabili dell’accrescimento del mesocarpo (divisione ed espansione cellulare) e sull’accumulo di olio all’interno del mesocarpo. Tutti i dati sono stati poi sottoposti ad analisi statistica.I risultati della suddetta prova hanno accertato un effetto dell’irrigazione sia sulle dimensioni finale del frutto che sull’accumulo di olio.
I frutti appartenenti alle piante irrigate hanno mostrato, in entrambe le cultivar, un maggior peso fresco, peso secco, volume ed area, misurata nella porzione centrale del frutto (area trasversale equatoriale).
L’aumento dell’area trasversale equatoriale del mesocarpo è stato causato principalmente dall’accrescimento delle dimensioni medie cellulari, mentre in misura minore avrebbe agito l’incremento del numero di cellule. La presenza di cellule piu’ grandi nel mesocarpo potrebbe permettere l’accumulo di una maggiore quantità di olio, tuttavia durante la presente prova non sono state riscontrate differenze significative nel contenuto di olio fra frutti appartenenti alle due tesi (“irrigato” e “non irrigato”). A tale proposito bisogna tener presente che il contenuto di olio nel frutto deriva dall’inolizione, processo di accumulo di olio, che si verifica negli stadi terminali di sviluppo dell’oliva. Le abbondanti precipitazioni autunnali che hanno caratterizzato l’ultimo periodo di prova spiegherebbero l’elevato contenuto di olio riscontrato anche nei frutti appartenenti a piante non irrigate, e quindi l’assenza di differenze apprezzabili rispetto ai frutti delle piante irrigate.
In conclusione l’irrigazione ha determinato in entrambe le cultivar un aumento delle dimensioni medie dei frutti e del carico di frutti per albero, andando così a determinare un aumento della resa per ettaro. La disponibilità idrica e’ sembrata anche responsabile dell’aumento delle dimensioni medie delle cellule del mesocarpo, a cui non è seguito tuttavia un apprezzabile incremento di olio nei frutti.
I dati relativi alla suddetta prova, anche se preliminari, sembrano incoraggiare l’uso dell’irrigazione non solo per aumentare le rese per ettaro, ma anche per incrementare la quantità di olio contenuta nelle olive; prove recenti sembrano inoltre indicare un effetto positivo dell’apporto idrico sulla qualità dell’olio.
Avvalersi di pratiche come l’irrigazione per agire sulla qualità e la quantità delle produzione, dovrebbe rappresentare un importante obiettivo dell’olivicoltura italiana, sempre più insidiata dalla comparsa sul mercato di prodotti a basso costo di provenienza straniera.
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La Potatura dell'Olivo

LA POTATURA DELL’OLIVO
Alcuni cenni sulla teoria e pratica della potatura dell'olivo
Ipotesi
Il principale criterio di scelta della tecnica di potatura e della forma di allevamento della chioma, deve essere il COSTO; seguono il rispetto delle esigenze fisiologiche della pianta e la scelta della gestione dell’oliveto.
Prima di intervenire con la potatura è importante osservare la pianta al fine di effettuare un intervento mirato e soggettivo per ogni albero.
Cosa s’intende per potatura
La potatura include una serie di manipolazioni effettuate per favorire la struttura della chioma, influenzare lo sviluppo degli organi vegetativi e riproduttivi e modulare la crescita della parte aerea e dell’apparato radicale, per ottimizzare la QUANTITA’ e la QUALITA’ del raccolto massimizzando la redditività della coltura. La potatura è la seconda spesa dopo la raccolta (80-85%) ed i sui costi variano dal 6% al 30% dei costi totali di allevamento. Informazioni di base per la potatura dell’olivo La tecnica di potatura utilizzata per l’olivo è diversa da quella adottata per le altre piante da frutto, a causa delle peculiari caratteristiche vegeto-riproduttive di questa specie.
  • Attività vegetativa elevata – La pianta di olivo è capace di recupera rapidamente errori di potatura o danni all’apparato vegetativo, ricacciando anche dopo tagli drastici.
  • Gemme e rami– L’olivo presenta principalmente rami misti, semplici rispetto alle altre specie da frutto (non sono presenti dardi, brindelli ecc..).
  • Ciclo vitale – La pianta è molto longeva (unica fra le colture), ma attualmente si tende orientare le scelte aziendali sui 30 anni di produzione.
  • Habitus di crescita – cespuglioso, la chioma della pianta tende ad assumere nel tempo un aspetto globoso.
  • Specie sempreverde– Le foglie di olivo sono persistenti e normalmente vivono per duo o tre anni.
  • Alternanza di produzione – L’alternanza di produzione è causata da numerosi fattori biologici ed interni, ma anche fattori esterni (es. gelate tardive) possono influenzare questo fenomeno. L’alternanza può verificarsi in modo diverso anche su branche appartenenti alla medesima pianta.
Per contrastare questo fenomeno e riequilibrare la pianta è opportuno agire in modo più marcato nell’anno di carica, riducendo la produzione e favorendo così la pianta nell’anno di scarica. L’azione positiva di questi interventi è legata all’attività inibitoria che i frutti esercitano sull’induzione a fiore nell’anno successivo, e al riequilibrio vegeto riproduttivo della pianta.
  • Consumi idrici - L’olivo ha consumi idrici limitati e meccanismi di tolleranza al deficit idrico. Mediante la potatura e possibile ridurre l’evapotraspirazione della pianta nei periodi d’intenso stress idrico (pratica utilizzata in alcune regioni siccitose della Spagna).
Obiettivi della potatura
1. Formare e mantenere la struttura della pianta;
2. consentire una rapida entrata in produzione;
3. ottenere elevate produzioni;
4. ottimizzare l’intercettazione della luce da parte della chioma;
5. rimuovere i rami a frutto e prevenire l’invecchiamento della chioma;
6. raggiungere e mantenere l’equilibrio vegeto – riproduttivo;
7. controllare le dimensioni della pianta (tagli alle branche);
8. eliminare il legno secco (non in modo capillare);
9. recuperare la chioma dopo uno stress;
10. ringiovanire alberi vecchi o abbandonati;
11. adattare alberi vecchi alla raccolta meccanica;
12. facilitare il controllo di malattie e parassiti (secondario nell’olivo);
13. migliorare la qualità dei frutti nelle cultivar da tavola;
14. migliorare l’estetica di piante monumentali o ornamentali.
L’olivo è una specie Basitona, quindi i rami presenti nella parte basale, sono più sviluppati di quelli nella parte apicale (forma a rombo della chioma). Il rapporto fra l’altezza e la larghezza della pianta varia durante nel tempo passando da allungata a estesa in larghezza. La piegatura dei rami è una strategia non consigliabile in olivicoltura (usata in passato per la formazione del vaso policonico), a causa della formazione di succhioni.
Quando un ramo secondario si inserisce su quello principale con un angolo superiore a 60° è opportuno agire eliminandolo, prima che possa ombreggiare e togliere vigore al ramo principale (succhione). Quando non riusciamo ad agire preventivamente possiamo rimuovere il ramo principale e lasciar sviluppare il succhione.
Questo procedimento porta alla formazione di un “collo d’anatra” , struttura non adatta alla raccolta meccanica. Altre ai succhioni, causano una riduzione del ramo principale anche le strozzature, che si verificano quando 3 rami si sviluppano sullo stesso nodo. Anche in questo caso è importante agire precocemente eliminando i rami in competizione con l’asse centrale.
Quando questo non avviene si è obbligati a rimuovere l’asse centrale e scegliere una nuova punta.
Frutificazione dell’olivo
La Fruttificazione avviene nell’olivo, sui rami dell’anno precedente. Durante la potatura è quindi importante valutare le esigenze produttive sia dell’anno in corso (N) che di quello successivo (N+1).
Questi previ cenni sulla biologia di fruttificazione dell'olivo, devono essere ben presenti ogni volta che con le forbici in mano ci accostiamo alla pianta per un operazione così complessa ed importante come la potatura.

Crescita e sviluppo dell'Oliva

CRESCITA E SVILUPPO DELL'OLIVA

L’oliva è un frutto di dimensioni piuttosto limitate di forma ellissoidale o globosa.
Dal punto di vista botanico è una drupa costituita da epicarpo, mesocarpo e endocarpo, nella cui parte interna è presente il seme. I tessuti del frutto si sviluppano per divisione, espansione e differenziazione cellulare, che seguono la fecondazione dell’ovario. L’ovario è bicarpellare e per ogni carpello sono presenti due ovuli, di questi solo uno procede il suo sviluppo mentre gli altri tre degenerano.
Il processo di sviluppo dell’endocarpo inizia in seguito alla fecondazione e prosegue nei due mesi seguenti. Raggiunto lo stadio maturo, questo tessuto risulta composto completamente da cellule dotate di una spessa parete secondaria largamente lignificata. All’interno dell’endocarpo sono presenti cellule sclerenchimatiche, che iniziano a differenziarsi al termine della prima settimana dopo la piena fioritura per poi aumentare durante il successivo accrescimento dell’endocarpo. Nella parte interna dell’endocarpo si sviluppa il seme contemporaneamente al frutto, in seguito alla fecondazione dell’ovulo . Esternamente all’endocarpo è collocato il mesocarpo, tessuto carnoso della drupa il cui sviluppo, a differenza dell’endocarpo, prosegue durante tutta la maturazione del frutto. Le cellule che lo compongono sono di tipo parenchimatico, hanno forma isodiametrica e sono organizzate in un tessuto uniforme e compatto in cui sono visibili spazi intercellulari ed un numero limitato di sclereidi. Le dimensioni delle cellule del mesocarpo non sono costanti e tendono ad aumentare dall’esterno (epicarpo) verso l’interno del frutto (esocarpo). Tale gradiente è osservabile a partire dalla quarta settimana dopo la piena fioritura. Il mesocarpo rappresenta il tessuto commercialmente più importante del frutto sia nelle cultivar da mensa, in cui rappresenta la parte edibile, che in quelle da olio, essendo quest’ultimo accumulato per il 95% all’interno delle cellule parenchimatiche di questo tessuto.
Completato lo sviluppo del frutto, il mesocarpo rappresenta circa il 60% del peso fresco della drupa. Il tessuto più esterno del frutto è l’esocarpo; questo è composto da una sottile epidermide la cui cuticola crea una struttura protettiva.
La superficie dell’epidermide è inizialmente caratterizzata dalla presenza di stomi che con lo sviluppo del frutto perdono funzionalità e vengono convertiti in lenticelle, di cui numero e dimensioni hanno importanza tassonomica.

Il processo di sviluppo del frutto e' quindi graduale ed attraversa diverse fasi. Conoscere le diverse fasi risulta quindi molto importante per effettuare pratiche come l'irrigazione o la concimazione influenzando l'accrescimento dell'oliva con un minore impatto sui costi.

lunedì, giugno 20, 2005

L'Oleologo

L' oleologo - può essere paragonato al enologo del mondo del vino è un professionistta che ha una competenza specifica del settore olio inteso come produzione agronomica lavorazione tecnologica e degustazione di un prodotto di qualià superiore